I bastardi di Pizzofalcone – Terza stagione

Il commissario Lojacono e la sua squadra sono stati vittime dell’attentato compiuto davanti al ristorante di Letizia, che lotta tra la vita e la morte. Ai poliziotti è preclusa l’indagine su ciò che è accaduto: dovranno farlo di nascosto, facendo i conti con i metodi scorretti e inefficienti di un procuratore venuto da Roma.
A stravolgere ulteriormente gli equilibri ci pensa l’arrivo di un nuovo commissario capo, Elsa Martini, che prenderà il posto di Pisanelli, andato in pensione, per dedicarsi a un’indagine personale, iniziata nelle stagioni precedenti, in cui cerca di provare come dietro ai suicidi di molte persone, avvenuti nella stessa modalità, ci sia il suo amico frate Leonardo.
Essa, però, si è conclusa senza specificare le motivazioni che lo hanno spinto a compiere queste azioni.
Dopo aver approfondito la vita privata e il passato dei personaggi nelle prime due stagioni, la terza ha il pregio di mostrarsi diversa, più “matura” rispetto alla stagioni precedenti, adattando perfettamente il suo ritmo alle necessità della storia: un trauma da elaborare a cui si è miracolosamente sopravvissuti, il desiderio che convive con la paura di scoprire una verità sempre più pesante e la spinosa e amara consapevolezza che anche chi ami può tradirti.
Sono presenti, tuttavia, all’interno della serie, delle incongruenze nei protagonisti: si notano superficialità nei comportamenti ed estrema facilità nell’infrangere le regole senza dimostrare una vera consapevolezza nel riprendere la giusta strada, comportamenti che non dovrebbero essere assunti da forze dell’ordine, i quali dovrebbero essere degli esempi.