Honolulu

Honolulu ha un unico merito, quello di riportare la comicità in prima serata su Italia 1. Per il resto, si tratta dell’ennesimo copia e incolla: la trasmissione infatti è un perfetto mash up tra Made in Sud e Colorado. Il cast è composto per lo più da comici provenienti da queste due trasmissioni, che hanno l’ulteriore demerito di non riuscire a rinnovarsi: così si assiste a una serie di sketch prevedibili e ricchi di luoghi comuni. A emergere con merito in questo scenario è Francesco Cicchella con le imitazioni di Ultimo e Achille Lauro.
Affiatati e convincenti Fatima Trotta e Francesco Mandelli che, pur ricorrendo a siparietti già visti, svolgono bene il loro ruolo di conduttori, offrendo al pubblico freschezza e vivacità. Inoltre, funziona l’idea di mettere al loro fianco – in un finto backstage – i Pan Pers che con i loro interventi rompono il ritmo piatto della trasmissione.
Poco convincente anche la scelta dei temi trattati. Parlare di Covid in un periodo in cui la pandemia non è ancora stata sconfitta può finire per toccare chi ha sofferto a causa del virus. A volte poi si supera anche il limite, come avvenuto ad Omar Fantini nella puntata del 27 ottobre: da anni il mondo dei ciclisti lotta per la sicurezza stradale, e ironizzare su di loro, facendo capire in più di una circostanza la sua volontà di investirli, è un’affermazione inaccettabile.
A concludere un quadro non educativo per i telespettatori più giovani qualche scenetta piccante, doppi sensi ricorrenti e parolacce pronunciate qua e là con l’obiettivo, fallito, di strappare una risata.