Festival di Sanremo 2022

La 72a edizione del Festival ha sparato subito la cartuccia scandalo/polemica col primo cantante in gara, Achille Lauro: questi ha concluso la sua performance simulando un battesimo; le successive spiegazioni al gesto non hanno convinto il pubblico che lo ha trovato giustamente fuori luogo e irrispettoso per chi lo ritiene sacro.
Esaurita qui la vena scandalistica, peraltro mirabilmente stigmatizzata e sgonfiata da Fiorello col suo umorismo, si può parlare di un buon festival, in equilibrio tra un “politicamente corretto” non troppo spinto e un clima di cordialità, allegria, buoni sentimenti e buona musica.
Amadeus ha scelto bene i compagni di viaggio: da un ottimo Fiorello a un buon Checco Zalone, alle eleganti, spigliate o un po’ impacciate co-conduttrici, che hanno portato semplicemente sé stesse, la loro unicità, le loro esperienze di vita, affrontando temi come il bullismo, l’hate speech e la disabilità. Toccante la testimonianza di Martina Pigliapoco, la carabiniera che ha salvato una mamma dal suicidio.
Come ogni anno, alcune esecuzioni sono state stonate e alcuni pezzi non un granché, ma non sono mancate le belle canzoni, di quelle che colpiscono al primo ascolto o dopo averle risentite più volte. Il podio, meritato, è il risultato del pubblico trasversale che ha seguito la kermesse: Mahmood e Blanco per i giovani, Elisa (la voce più bella) per i “maturi” e Morandi per i “più grandi”.
Un festival equilibrato, con un Amadeus che ancora una volta ha usato le sue migliori doti: l’ironia e la capacità di dar spazio a concorrenti ed ospiti senza manie di protagonismo.