Doc – Nelle tue mani – Seconda stagione

Seconda stagione e nuovo successo, grazie a sapienti scrittura e regia, al ritmo incalzante delle vicende, ma soprattutto alla ricchezza dei temi trattati che rende arduo il compito di commentarli in breve spazio. Ne scegliamo alcuni.
Innanzitutto onore al merito per aver affrontato il dramma della pandemia, scelta difficile e rischiosa: una narrazione per flashback che fa comprendere allo spettatore ciò che devono aver passato medici e personale sanitario in quei giorni terribili e convulsi dei primi contagi in cui hanno fatto tutto ciò che era umanamente possibile e anche di più, fino all’estremo sacrificio, per salvare i pazienti, senza strumenti e conoscenze adeguate per combattere un virus sconosciuto. Impossibile non fare errori e troppo facile giudicare a posteriori: le storie dei protagonisti, seppur nella dimensione della fiction, rendono bene l’idea, come anche mostrano il dolore per la perdita dei cari e la frustrazione di non poter fare nulla per salvarli.
Altro tema importante la relazione genitori-figli: incomprensioni di una vita che si risolvono quando ci si ritrova “scoperti e fragili” a causa della malattia; le difficoltà di un’esperienza di affido, quando l’emergenza costringe lontano dalla famiglia fin troppo tempo; la fatica e gli errori di un genitore nel lasciare andare il proprio figlio, quando deve rinunciare a proteggerlo, accettare le sue scelte anche se non le condivide e restare a guardare.
Infine l’espressione della vera amicizia, nella quale la fiducia è essenziale e non la si rinnega proprio quando l’amico è più solo e nessuno gli crede.