Casa Elah

Una mamma al supermercato ritrova la figlia, Anna, incantata di fronte a uno scaffale pieno di tutti i preparati – creme, budini e torte – Elah. Sorridendo le chiede quale vorrebbe e lei risponde “Tutti!”. La mamma divertita l’accontenta.
Nelle scene successive vediamo la realizzazione dei dolci in casa, mamma, papà e Anna che mangiano soddisfatti una torta, Anna con gli amici a cui la mamma presenta i budini di vari gusti e alla domanda se qualcuno li vuole rispondono in coro “Tutti!”.
L’ambiente è sereno, l’immagine della famiglia è positiva, potremmo dire da “mulino bianco”, la casa bella e accogliente, i genitori sorridenti e la bimba felice, anche di poter avere a casa ben tre amici – cosa purtroppo sempre più rara nei pomeriggi familiari dei bambini – a cui premurosamente la mamma offre la merenda.
Peraltro, i prodotti Elah hanno accompagnato generazioni di bambini e le immagini risveglieranno ricordi d’infanzia di molti adulti.
Dunque tutto bene! Uno spot positivo. Eppure, qualcosa stona. E infatti, a un genitore attento quell’accontentare la bimba concedendole tutti i dolci appare molto diseducativo. Sappiamo bene che nell’educazione dei figli è importantissimo il non dare “tutto e subito”, ma fare in modo che si conquistino le cose, che imparino a scegliere, per non sviluppare una volontà bulimica, incapace di rinunciare oggi ai dolci, domani a desideri, appagamenti personali ai quali l’ambiente circostante non risponderà così generosamente come la mamma, creando frustrazioni e indebolendo la volontà: il quadro di molti adulti, cresciuti come bambini viziati