Boing Challenge

Boing Challenge giunge alla seconda edizione e cambia veste: a giocare non sono più le famiglie ma i ragazzi divisi in squadre e, poi, singolarmente. La base del format resta la medesima: confrontarsi in sfide, sia fisiche che mentali. Due i percorsi: le puntate della app e il “puntatone” trasmesso in tv, scelta ideale per il target di riferimento, sempre più orientato a usufruire di prodotti a loro destinati sul web.
Di fronte alle notizie di challenge pericolose che, spesso, vengono proposte sottobanco ai giovanissimi, creando casi di cronaca spaventosi e preoccupanti, è opportuno sottolineare che questo programma mostra chiaramente quale sia la vera natura delle challenge: un modo per divertirsi, sfidarsi, ridere tanto senza prendersi sul serio e senza intraprendere attività rischiose. Questo aspetto è ben sottolineato dal conduttore che usa una comunicazione fresca e piena di ritmo, in linea con la sua nascita di personaggio “social”.
Ogni puntata prevede sia sfide simpatiche ed ironiche, caratterizzate da nomi altrettanto esilaranti, come “pittonaso” o “pescatesta”, sia altre più riflessive, come rispondere a domande, permettendo di scoprire curiosità o imparare nuove informazioni.
È significativo vedere, inoltre, come i giovani partecipanti sentano lo spirito di squadra e vivano la gara come un gioco in cui, prima di tutto, divertirsi essendo consapevoli anche dei propri limiti, e che la sconfitta, in ogni caso, va affrontata col sorriso.
Un format del buon umore che invita i giovanissimi a saper far tesoro della leggerezza.