As We See It

La serie racconta la vita di Jack, Harrison e Violet, ragazzi affetti da autismo che condividono un appartamento oltre che la stessa malattia. Ognuno ha un grosso obiettivo che l’autismo non rende facile raggiungere: per Harrison è sconfiggere l’ansia sociale che gli fa evitare di uscire di casa, per Violet la voglia di indipendenza e il costante desiderio di avere un ragazzo, per Jack la necessità di essere coerente dicendo sempre la verità. I tre sono aiutati e seguiti ogni giorno da Mandy, una life coach che affianca i ragazzi su volontà dei loro familiari per cercare di superare gradualmente gli ostacoli delle loro paure.
La peculiarità di questa fiction sta senz’altro nella capacità di trattare il tema dell’inclusività, cosa non così frequente sulle popolari piattaforme di streaming. Il realismo di As We See It nel dipingere le difficoltà ad inserirsi nel contesto sociale di chi vive una disabilità da un lato, e la finestra empatica sui sentimenti di chi convive ogni giorno con queste persone speciali (familiari, caregiver) dall’altro, è encomiabile.
Per la capacità di attivare meccanismi di identificazione e far riflettere su certe assurde regole non scritte previste dalla società, la serie (di cui si consiglia la visione sia a giovani +15 che adulti) riesce a creare un ponte empatico con la patologia, ad assorbirne la sofferenza e quasi a farne dimenticare i limiti. Sarebbe bello vedere ancor più storie di questo tipo che, nell’intento di raccontare, sensibilizzano alle problematiche di chi convive con una patologia testimoniando quanto la perfezione non esista.