Anni da cane

L’opera racconta la storia di Stella, un’adolescente un po’ impacciata, cinica, piena di immaginazione e tormentata. Un giorno, mentre era in macchina con il papà, rimane coinvolta in un incidente, insieme a un cane, che le cambia la prospettiva di vita – soprattutto per il trauma della perdita del padre – . Da quel momento Stella pensa che i suoi anni debbano essere contati come quelli dei cani: un anno ne vale sette e ora che sta per compiere sedici anni, in realtà, è una centenaria.
Il giorno del suo compleanno si avvicina e la ragazza, convinta che le sia rimasto poco tempo da vivere, crea una lista di tutte le esperienze che vuole vivere prima di “morire”. Ma improvvisamente un giorno conosce Matteo che stravolgerà il suo punto di vista e le sue certezze.
Il film ha uno stile che ricorda molto quello delle serie tv americane: il liceo Mamiani ricorda una high School e le feste nelle residenze borghesi sembrano quelle nei sobborghi di New York.
La protagonista si muove di continuo mischiando i registri, i toni e le atmosfere, spaziando dal demenziale all’introspettivo. Le riflessioni sui nuovi tipi di mascolinità e le riletture dell’adolescenza borderline non riescono mai a emergere davvero all’interno del sistema, così come le altre tematiche principali dell’opera, che sono facilmente intuibili già nel primo atto del film, ma vengono analizzate in modo troppo superficiale, senza scendere in profondità, malgrado siano argomenti che, presi singolarmente, meriterebbero riflessioni più complesse. Il film è correttamente consigliato a un pubblico +16.