Alessandro Cattelan: una semplice domanda

Tra il serio e il faceto, in piena coerenza con la taratura stilistica di Alessandro Cattelan, Una semplice domanda indaga sul mero significato che la società attribuisce alla felicità, ed esplora le svariate modalità con cui poterla sperimentare.
Per affrontare questo percorso, Cattelan si avvale della compagnia di diverse figure, famose e non, che gli offrono la loro prospettiva sul tema, proponendogli, inoltre, frammenti di esperienze personali che dovrebbero fornire al conduttore la via al raggiungimento di questo sentimento, che la gente è solita pensare come effimero, quanto apparentemente inavvicinabile.
I confronti relazionali tra questi interlocutori si sviluppano intorno a profonde tinte intimistiche, simili a confidenze rivolte al più caro degli amici alla fine di una nottata passata a bere del whiskey al bar.
In Una semplice domanda, proprio grazie a questo scambio di sentimenti, tutti hanno occasione di essere attori e spettatori del complicato intrico esistenziale contemporaneo.
Alessandro Cattelan, in primis, con lo psicoterapeuta Giorgio Piccinino, s’interroga su sé stesso, sul suo ambiente quotidiano, sulla sua famiglia, mettendosi a nudo per potersi comparare con i suoi ospiti.
E così, religione, amore, amicizia, malattia e morte diventano argomenti di confronto atti a raggiungere il senso più profondo della vita.
La forza della docu-serie sta nel bilanciare i diversi registri per lasciare allo spettatore l’occasione di rispondere alle proprie domande esistenziali, non perdendo mai il sorriso sulle labbra. Un programma adatto a tutta la famiglia.