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Il consumo di alcol tra i giovani è un fenomeno in continua crescita. È necessario investire sulla prevenzione per limitare la diffusione e incrementare il livello di consapevolezza.
La prevenzione all’alcol minorile è necessaria per tutelare la salute dei ragazzi: per chi ha meno di 20 anni bere alcolici è molto rischioso sia a livello sanitario che psico-sociale.
Il consumo di alcol tra i giovani, così come altri comportamenti a rischio, è un fenomeno preoccupante e in forte incremento a livello internazionale e nazionale.
Basti considerare che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio maggiore di sviluppare una dipendenza in età adulta rispetto a chi inizia dopo i 21 anni.Sono il 13,4% i ragazzi al di sotto dei 14 anni ricoverati per intossicazione alcolica, mentre l’1% degli alcoldipendenti ha meno di 20 anni.
Diffuso è anche il fenomeno della poliassunzione, cioè l’assunzione di bevande alcoliche mischiate a droghe.L’abuso di alcol tra i ragazzi è in aumento costante, basti pensare che 1 studente su 2 ammette di essersi ubriacato almeno una volta nella vita*.
I ragazzi che fanno un uso smodato di alcolici sono mossi da fragilità di carattere individuale, questo tipo di abitudini potrebbero sfociare in vere e proprie patologie, anche perché è facile far conseguire all’alcol altri comportamenti a rischio, come le assenze scolastiche, la riduzione delle prestazioni scolastiche, aggressività e violenza, oltre alle possibili influenze negative sulle abilità sociali e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo. Esse possono, inoltre, portare a condizioni patologiche estreme come l’intossicazione acuta alcolica o l’alcol-dipendenza.Secondo i dati emanati dall’Istituto Superiore di Sanità circa 1 su 5 dei casi di intossicazione acuta alcolica che giungono al Pronto Soccorso riguardano ragazzi al di sotto dei 14 anni.
La legge n.189 dell’8 novembre 2012, comunemente conosciuta come “Decreto Balduzzi”, all’articolo 7 comma 3-bis dispone che:
“Chiunque vende bevande alcoliche ha l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di identità, tranne che nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta”.
Positive la norme contenute nella precedente legge 30 marzo 2001 n.125 in materia di pubblicità: le emittenti radiotelevisive pubbliche e private e le agenzie pubblicitarie insieme ai rappresentanti della produzione adottano un codice con cui si autoregolamentano sulle modalità e sui contenuti dei messaggi pubblicitari relativi alle bevande alcoliche e superalcoliche.
È vietata la pubblicità di bevande alcoliche e superalcoliche durante la fascia oraria di trasmissione di programmi adatti ai minori, nei luoghi frequentati prevalentemente dai minori di 18 anni, sulla stampa, nelle sale cinematografiche in occasione della proiezione di film destinati in prevalenza alla visione di giovani.
Dal 1° gennaio 2013 è in vigore la legge che vieta la vendita di alcool ai minori di 18 anni.
La diffusione di un abuso dell’alcol simile a quello delle altre sostanze psicoattive.
Infatti l’alcol viene prediletto, per finalità di divertimento estremo e la ricerca dell’ebrezza, dato il basso costo e la grande disponibilità di alcune bevande alcoliche; uso che rischia tra l’altro di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali.
Le abitudini degli adolescenti legate all’uso dell’alcol prevedono una pratica molto particolare e diffusa che prende il nome di binge drinking: assunzione di cinque o più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve.L’obiettivo di questa pratica è evidentemente il raggiungimento dello stato di ebrezza immediata e quindi la perdita di controllo, se diventa un’abitudine può causare nel breve periodo gravi problemi di salute: overdose da alcol, decesso.
Si parla di funzionalità dell’alcol in quanto gli adolescenti si ubriacano per trovare uno stato di disinibizione tale da potersi sentire integrati nel gruppo dei pari, attraverso l’alcol i giovani si allontanano dalle difficoltà personali legate spesso ad una fase di crescita delicata. Pensano quindi di poter fronteggiare meglio la timidezza, la paura o l’imbarazzo, bevendo un cocktail in più per liberarsi dai freni inibitori.
Investire sulla prevenzione è necessario per limitare la diffusione dell’uso di alcol con finalità di sballo e di ricerca di un’alterazione dello stato di coscienza: la famiglia e la scuola dovrebbero incrementare il livello di consapevolezza nei giovani sugli effetti devastanti dell’alcol sia a livello fisico che a livello cognitivo, fornendo delle alternative alla cultura del bere.
*Fonte: Relazione al Parlamento su Alcol e problemi alcolcorrelati 2011
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