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Fermare il bullismo è possibile mediante la cooperazione dei genitori e della scuola, affiancando i giovani che non possono da soli affrontare la problematica.
Il bullismo è un abuso di potere nei confronti di una persona più debole, diffuso soprattutto in fase adolescenziale, nella quale i ragazzi tendono ad assumere comportamenti aggressivi e continui per prevalere all’interno del gruppo dei pari.
Con il termine violenza non si indica solo un tipo di aggressione fisica, ma anche verbale (prese in giro, minacce, insulti) e psicologica (esclusione, maldicenza).
Il luogo in cui si manifestano maggiormente i casi di mobbing minorile è la scuola.
La prevenzione del bullismo è possibile promuovendo delle capacità relazionali nel rispetto di sé e degli altri. I veri esperti da consultare sono proprio i ragazzi che vivono in prima persona questo tipo di esperienza e quindi sanno riconoscere le modalità e le caratteristiche del fenomeno.
I giovani, però, vanno affiancati perché, per età e maturità, non possono da soli affrontare tali tematiche; la scuola e la famiglia prima di tutto devono offrire all’adolescente un’adeguata informazione, consigliare una maggiore capacità di osservazione rispetto al bullismo, di modo che sappia superare e affrontare le situazioni di prevaricazione e prepotenza.
Con il termine cyberbullismo si intende una qualsiasi comunicazione virtuale pubblicata o inviata a un minore allo scopo di impaurire, imbarazzare, infastidire o prendere di mira in altro modo un minore.
Nell’era del mondo digitale, bisogna porre attenzione anche ai casi di cyberbullismo: così come ci sono i bulli che usano violenze fisiche o psicologiche nei confronti dei compagni di scuola nella vita reale, nello stesso modo nella vita virtuale può capitare di imbattersi in persone che usano Internet per esercitare la loro prepotenza.
Il ragazzo leso virtualmente dovrebbe evitare le offese e quindi ignorarle rifiutando qualsiasi tipo di rapporto con il bullo, non offendere per evitare di incoraggiare la prepotenza, non scambiare le proprie informazioni personali (numero di telefono, indirizzo di casa) e, soprattutto, parlare con i propri genitori dell’accaduto.
Sapranno loro come difenderli, magari avvertendo l’amministratore del sito e, nel caso di minacce gravi o costanti, anche la Polizia Postale.
La cronaca ci racconta quotidianamente di minori vittime di atti di bullismo, un fenomeno che non può essere ignorato. Le offese verbali, le aggressioni violente, i ricatti, le minacce, le “prese in giro”, i danni alle proprie cose sono ormai atti all’ordine del giorno, soprattutto sui social network e all’interno dell’ambiente scolastico.
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