Allarme povertà educativa: le parole del Moige su Il Sole 24 Ore

Allarme povertà educativa: l’appello del Moige al contrasto della dispersione scolastica.

 

Elisabetta Scala, Vicepresidente del Moige, commenta la sempre crescente condizione del nostro Paese che impedisce ai bambini di svolgere attività formative e culturali. Di seguito uno stralcio dell’articolo de “Il Sole 24 Ore” con le dichiarazioni Moige.

 

Italia Paese di Neet: nel limbo più ragazze e chi vive al Sud

In Italia circa 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni sono Neet, non studiano e non lavorano: in un Paese che invecchia questo viene visto come un enorme spreco di potenziale. Anche in questa categoria c’è un divario di genere: il fenomeno dei Neet interessa in misura maggiore le ragazze (20,5%) e i residenti del Mezzogiorno (27,9%). Openpolis ricorda infatti che le 9 province dove oltre il 35% dei giovani è Neet sono tutte al Sud: in testa Caltanissetta (46,3%), Taranto, Catania, Napoli, Messina, Palermo, Siracusa, Foggia e Catanzaro. Tra i principali fattori di rischio di finire tra i Neet sono stati riscontrati un basso rendimento scolastico, una famiglia con basso reddito, un genitore con periodi di disoccupazione, crescere con un solo genitore, essere nato in un Paese fuori dell’Ue, vivere in una zona rurale, avere una disabilità. L’appello del Moige: “L’istruzione sia di tutti”. Il contrasto alla dispersione scolastica sia una priorità del Paese, chiedono le associazioni in campo da anni sul tema. “Sicuramente la parte più fragile del sistema sono le scuole superiori – afferma Elisabetta Scala, vicepresidente del Moige -. In primo luogo perché non c’è un corretto orientamento e molti ragazzi scelgono la scuola sbagliata che li porta alla rinuncia”. In accordo con i principi sanciti dalla Costituzione italiana, l’istruzione deve essere per tutti: eppure “sta diventando sempre più cara, a partire dai libri di testo”, fa notare il Moige. E quando un ragazzo ha difficoltà, le ripetizioni diventano una spesa insostenibile per le famiglie e molti restano indietro. Invece, conclude il Movimento Italiano Genitori, “deve essere premiata la scuola che porta avanti tutti, ognuno con le proprie capacità. C’è bisogno di un aggiornamento della didattica ma anche di una collaborazione scuola-famiglia”.

 

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