17 Settembre 2021 MINORI: MOIGE, POCHE TUTELE SU CONSUMI DI ALCOL, FUMO, PORNO E VIDEOGIOCHI Il direttore Affinita, ‘la lotta non può essere confinata e affidata soltanto alle famiglie’ Roma, 15 gen. (AdnKronos) – (di Enzo Bonaiuto) – I minori hanno, tranquillamente o quasi, un libero accesso a prodotti e contenuti che la legge riserva soltanto ai maggiori di 18 anni d’età. Il discorso vale per le sigarette come per l’alcol, per la cannabis come per la pornografia, per l’azzardo come per i videogiochi. E’ quanto emerge dall’indagine ‘Venduti ai minori’ promossa dal Moige, il movimento italiano genitori, presentata a Roma nella sede del Senato di palazzo Giustiniani. Alcuni numeri parlano da soli. Nel 65% dei casi, nessun esercente controlla l’età di chi compra una bevanda alcolica e il 38% la vende ugualmente pur sapendo che l’acquirente è un minorenne. Locali, pub e discoteche nel 42% sono i posti dove i minori si riforniscono, al 23% i bar, al 19% i supermercati, al 7% i ristoranti, al 2% i negozi alimentari. Passando al fumo, i minori comprano direttamente le sigarette per il 51% nelle tabaccherie, mentre il 40% se le fa procurare da amici più grandi; solo il 5% lo fa attraverso i distributori automatici ma il divieto viene aggirato facilmente tramite la tessera sanitaria di un maggiorenne o addirittura del genitore, mentre il 15% delle macchinette le dà liberamente. Stesso copione riguarda le e-cig, ossia le svapate con le sigarette elettroniche, anche se il 73% dei minori assicura di comprare prodotti senza nicotina. Anche se la cannabis è considerata ufficialmente – almeno dalla legislazione vigente – un “prodotto tecnico e da collezione” che quindi non si può comprare per essere fumato, il 72% dei minori afferma che prima di comprarla non è stato chiesto loro alcun documento e soltanto il 26% la ritiene illegale. Al contrario, ben l’83% dei ragazzi sa che il gioco d’azzardo è vietato ai minori, che nel 58% dei casi privilegiano le scommesse sportive, per le quali nel 62% non è mai stato chiesto un documento e nel 54% non c’è stato alcun rifiuto a farli giocare anche dopo aver constatato l’età minore di 18 anni. Per l’accesso ai siti pornografici, i minori privilegiano nel 59% gli smartphone e nel 14% i tablet mentre soltanto l’8% naviga in Internet dal computer, evidentemente più controllabile a casa dai genitori. Nel 76% dei casi, nessuno ha attivato sul dispositivo il ‘parental control’ e il 6% è riuscito comunque a eliminarlo. Infine, il 34% non riscontra di correre alcun rischio partecipando a videogiochi volgari o violenti e così il 27% utilizza la connessione on-line per giocare con amici e il 5% con sconosciuti. “Aiutiamo i nostri figli a crescere meglio”, è l’appello lanciato per l’occasione da Antonio Affinita direttore generale del Moige, il movimento italiano genitori. “Tutti devono fare la loro parte, l’impegno non può essere confinato solo alla famiglia ma deve coinvolgere anche la scuola, i media, il mondo del commercio e le istituzioni a cominciare dal Parlamento, considerando la grande responsabilità che abbiamo nel crescere le future generazioni”. I dati che risaltano nell’indagine – curata per il Moige dall’Università Europea di Roma su quasi 1.400 minori di età compresa fra gli 11 e i 17 anni, il 21% dei quali del Nord, il 30% del Centro e il 49% del Sud – sono “molto gravi e preoccupanti e fanno emergere un grande pericolo per la tutela dei nostri figli – sottolinea Affinita – Occorre ripensare e ridefinire il sistema delle sanzioni, dei controlli e della formazione, con un impegno che deve arrivare fino ai produttori di prodotti nocivi per i minori”. (Bon/AdnKronos) Condividi l'articolo su