10 Luglio 2019 Tra le famiglie in stato di povertà assoluta, di povertà relativa e di esclusione sociale, le situazioni più disagiate riguardano peculiarmente le famiglie con figli minori e quelle con un solo genitore, in prevalenza donne con figli a carico. Secondo i dati Istat, riferiti al Censimento 2011, il Lazio è oggi la regione con la percentuale più alta di madri sole. Nella regione Lazio infatti il 16,8% di tutti i nuclei familiari sono costituiti da una madre sola con uno o più figli, 250.000 e di questi 6.500 vivono nella Capitale in condizioni di povertà assoluta. Se si considerano, oltre ai fattori economici, altri fattori di svantaggio come le violenze, la solitudine, le patologie psichiatriche e la carenza di reti parentali, il numero di nuclei vulnerabili mamma/bambino residenti a Roma sale fino a circa 10.000, con almeno 15.000 bambini coinvolti. L’essere in questa situazione non è privo di conseguenze negative. In molti casi, soprattutto per le donne con scarse risorse relazionali, si registrano maggiori difficoltà di gestione della vita quotidiana, insufficienti capacità di assunzione delle responsabilità genitoriali problematiche relative all’abitare, redditi insufficienti, problemi nell’inserimento del mondo del lavoro. La condizione di madre sola in stato di gravidanza o con uno o più figli a carico è dunque correlata ad un maggior disagio, povertà e rischio di esclusione sociale. Nelle donne straniere questo disagio è aggravato anche dal confronto con modalità culturali diverse nell‘accudimento del bambino e dalla minore protezione dalla rete di relazioni primarie. Il progetto “Neonati in famiglia: genitori e figli” di sostegno alla genitorialità e alla prima infanzia, nasce con l’obiettivo di supportare nel compito educativo e genitoriale le famiglie e nuclei monoparentali con figli minori versanti in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica. Il fine ultimo è quello di migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi a sostegno dei nuclei fragili mamma/bambino offerti dal territorio, implementando le attività di counselling e supporto pratico domiciliare a partire dagli ultimi mesi di gravidanza della mamma. L’intervento include il servizio di orientamento professionale, di orientamento all’uso delle risorse del territorio e all’accesso ai servizi, nonché di aiuto pratico nel disbrigo di pratiche e documenti, soprattutto nei casi di donne straniere con problemi di inserimento sociale (corsi gratuiti di alfabetizzazione, lingua straniera). Stiamo organizzando incontri di sostegno e supporto domiciliari rivolti a 50 famiglie del territorio di Roma (Asl Roma 1 e Asl Roma 2). A tutte le famiglie coinvolte nell’intervento viene altresì donato un contributo economico sotto forma di beni di prima necessità. Per evitare che le famiglie con dipendenze (alcolismo, gioco d’azzardo) utilizzino il contributo per l’acquisto di beni di altro tipo, le famiglie sono affiancate nella scelta dei prodotti. Condividi l'articolo su